Dear all,
a week has really gone, 7 days from the closing of Magfest gener-AZIONI.
Within this week, tiredness has gone, angerness has gone, bureaucratic stuff has gone and what comes out is just happiness.
I've often thought about all of us in this week, about all the things we said, not only trough words, but also with and trough physical, vocal and theatrical actions; I have been thinking how, even though for 3 days, each of you has being part of my life, and I really like that!
I am living, as many others, isolated.
I am geographically isolated: I live in a tiny little village close to the mountain and I work (if I am working!) in Denmark. Torino isn't really my city, but something happened during the festival.
I feel less lonely and much more Italian! That's weird because I am not and never was a nationalist, I didn't care much about my nation, and I've always been more focused on imperfections then on positive side of being or living in Italy. But since the festival, I feel a small, strong resistant women force, spread in Italy is actually doing something, really "generating actions".
I saw myself in each work I saw be presented at the festival: I saw myself in small details, expression, notes or colors, and I really thought we, we women, are "One, No one and One Hundred Thousand".
If I should use only one word to describe our festival, I would use "grateful".
I am grateful to the theatre that hosted us, greatful to the people I worked with to organize this festival, greatful to your work, greatful to all of you for the time, the money, the toughts and energy you have been investing in this festival.
So, one more time the forbidden word: THANK YOU!
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Care tutte,
è davvero passata una settimana, 7 giorni interi dalla fine del magfest gener-AZIONI.
Con questa sono passate le stanchezze, le arrabbiature, le cose burocratiche da fare e rimane la felicità.
Ho spesso pensato a tutte noi in questa settimana, alle cose che ci siamo dette a parole e anche attraverso le azioni teatrali; ho pensato a quanto, anche solo per 3 giorni, tutte voi siate state una piccola parte della mia vita e questo mi piace!
Vivo come molte l'isolamento.
L'isolamento geografico: vivo in un minuscolo paese di montagna, lavoro (quando lavoro!) in Danimarca. Torino non è davvero la mia città, ma…qualcosa è scattato durante il festival. Mi sento meno sola e più italiana! Strano a dirsi perché io non sono una nazionalista, della mia patria mi è sempre importato poco e ne vedo più le brutture che non le cose positive, ma dal festival sento che esiste una piccola forza resistente di donne, sparse per l'Italia, che qualcosa lo fa, che delle azioni le genera!
Mi sono riconosciuta in tutti i lavori che ho visto; piccole cose, dettagli, espressioni, note di una musica o colori e ho davvero pensato che noi donne siamo "una, nessuna e centomila!".
Se dovessi usare una sola parola per descrivere il festival userei "gratitudine". Verso il teatro che ci ha ospitato, verso le persone che con me hanno "organizzato", verso il vostro lavoro, verso tutte voi per aver investito in tempo e soldi e fatica e pensieri sul festival.
Allora, ancora una volta la parola proibita: GRAZIE!